Introduzione

Salve a tutti, in questo blog parlaremo delle creature che io reputo le più magnifiche del pianeta: i gatti, spero che per voi sia una lettura piacevole e molto interessante. Ho creato questo blog in onore della mia gatta: minù

La vita del gatto

Mediamente la vita del gatto si aggira intorno ai 10 anni, anche se può raggiungere i 15-20 anni. Alla nascita il suo peso è di circa 100 grammi ma può arrivare anche a pesare nell’età adulta tra i 2 ed i 7 chili. La sua è una vita in cui i giochi, le pulizie, sonni e pranzi si alternano. Molto amato dall’uomo, il suo istinto lo porta ad essere un predatore, atteggiamento questo che si mostra anche nel gioco.

La gatta partorisce in media dopo un periodo di gestazione che varia tra i 63 ed i 68 giorni, da uno a dieci Gattini il cui peso dipende da diversi fattori.
  • il sesso, normalmente il peso della femmina è inferiore a quello del maschio;
  • la razza, un gatto di razza grande sarà alla nascita più pesante rispetto ad un soggetto di razza piccola;
  • se il numero dei cuccioli è superiore a 5, questo comporterà un peso inferiore;
  • la dieta della gatta durante la gestazione, se si rivelasse incompleta o poco equilibrata, determinerebbe un nutrimento inadeguato dei feti con conseguente calo del peso e pericolo di malformazioni.

Per liberarsi dalla placenta, la madre lecca il gattino con una certa continuità. Questo trattamento stimola e desta il cucciolo e si protrae per diverso tempo dopo il parto. Il primo movimento che il piccolo esegue consiste nella ricerca delle mammelle della madre, facilitato dal fatto che la madre si stende di lato per agevolarne la presa. Il colostro (primo latte) materno assunto nelle prime ore, è per aspetto e costituzione differente da quello del latte oltre a contenerne altri elementi. Inoltre presenta anticorpi che il cucciolo è in grado di assimilare nelle prime 16 ore di vita e che lo proteggono dai germi durante la prima settimana. Il latte materno lo riceverà dopo qualche giorno dal parto ed è anch’esso ricco di anticorpi. Alla nascita il piccolo non è in grado di termoregolare la propria temperatura corporea, ma spetta alla madre mantenere calda la cucciolata. Nei cuccioli, la temperatura anale raggiunge in media i 37° fino ad aumentare gradualmente sino ad arrivare ai 38-38,5° all’incirca nei primi due mesi di vita. E’ perciò opportuno mantenere l’ambiente ad una temperatura preferibilmente di 33° nella prima settimana, per poi scendere a 30° e successivamente a 28° nella quarta e 26° nelle successive settimane.

Quando un gatto ha libero accesso all’esterno, il suo istinto predatorio, anche se si tratta di un gatto domestico , non si esaurisce, ma decide di mangiare o meno le prede cacciate quando ha un’altra fonte di alimentazione. Per natura, sono attirati da tutto ciò che si muove intorno a loro. Nel caso in cui il gatto si nutra esclusivamente di topi, dovrà mangiarne necessariamente, tra gli otto e i dieci al giorno, per arrivare ad avere un’adeguata alimentazione. Si pensi che cacciare non è poi così semplice e immediato. Tuttavia, il gatto possiede degli ottimi strumenti a suo vantaggio: un olfatto fine, le vibrisse che può orientare a suo piacimento, una vista eccezionale, artigli appuntiti e un’agilità nei movimenti.

Gli artigli del gatto sono caratterizzati da una crescita incessante nell’arco della loro vita, da forma lievemente circolare, dalla loro posizione verticale e dall’essere retrattili ed appuntiti. La capacità degli artigli a ritrarsi, comporta numerose conseguenze; intanto permette loro di spostarsi senza far il minimo rumore, agevolati in questo dai cuscinetti plantari, dopodiché consente al gatto di manifestare appieno il suo istinto predatore. La forma consente loro di penetrare facilmente le prede o eventuali nemici. Quando il gatto colpisce con gli artigli, provoca vere e proprie lesioni, persino nei momenti ludici. Nel momento in cui si decide di tagliare i suoi artigli, bisognerà utilizzare un tagliaunghie efficiente, tenendo l’estremità della zampa e facendo pressione in maniera delicata sull’ultima falange, per poi passare a tagliare l’artiglio ponendo il tagliaunghie in senso contrario rispetto al normale utilizzo dell’uomo, per evitare che si schiacci. Nell’artiglio si evidenziano due parti, l’una, rosata, vicino all’attaccatura del dito, e l’altra, chiara, verso l’estremità. Si taglierà quest’ultima evitando con cura di non ledere quella rosata della radice, contenente i vasi sanguigni. Ogni zampa posteriore possiede quattro artigli, mentre le anteriori ne possiedono cinque ciascuna; il quinto artiglio è posto sullo sperone, che corrisponde al nostro pollice. Quest’ultimo artiglio, se non viene tagliato, può incarnire e lacerare la cute. Normalmente, i gatti limano i loro artigli sugli alberi o su delle barre verticali, per far sì che lo strato dell’unghia in superficie cada e si rinnovi, agevolando così lo strato sottostante all’artiglio a restare efficiente. Alcuni gatti riescono a tagliarseli da soli. L’altra arma naturale di cui dispongono è rappresentata dai denti, in particolare dai canini. I loro denti afferrano, smembrano, fino a ridurre a pezzettini le loro prede, ma sono meno adatti a masticare il cibo che spesso viene ingerito intero.

Raramente si possono incontrare dei gatti capaci di nuotare. Il loro rifiuto all’acqua si manifesta persino nell’atto del bere. Si crede che siano originari del deserto e che siano moderati nel bere, del resto la loro urina è molto concentrata. Quando il gatto mangia voracemente una preda, pur assumendo acqua, non mostra alcun desiderio nel farlo, così come quando i gatti mangiano cibo in scatola non amano affatto bere, contrariamente a quelli allevati con alimenti secchi che la devono spontaneamente. In media ne ingeriscono piccole dosi, 10-20 volte al giorno, e che questa sia pulita e sufficiente. E’ verosimile che le crocchette favorirebbero l’insorgere di particolari malattie, l’importante è assicurare al gatto acqua in abbondanza per permettergli una corretta funzionalità renale.

In media il 50% dei gatti domestici è sterilizzato. La sterilizzazione non causa particolari problemi, se non quelli di aumentarne l’appetito, e conseguentemente diminuirne i loro bisogni energetici. Per cui è opportuno che essi ricevano quantità di cibo in misura ridotta, o che abbiano perlomeno un basso livello calorico, tale da evitare l’insorgere dell’obesità. Si può comunque abituare il gatto ad assumere, almeno una o due settimane prima, una minor quantità di cibo, prima che si pratichi la sterilizzazione, per favorire ancor prima l’adattamento alla sua nuova condizione.

La vita media del gatto sterilizzato si aggira intorno ai dieci anni, tuttavia, vi sono gatti che hanno raggiunto il record dei trenta anni d’età. Il maschio, intero, vive in media cinque anni, mentre la femmina sei. Questa maggiore mortalità si spiega con la diversa qualità della vita, poiché quelli interi vagabondano, per cui sono soggetti ad essere investiti o a contrarre malattie varie. Basti pensare che i gatti non castrati, appena sono a contatto con l’ambiente esterno, incontrano i loro simili per riprodursi o per lottare, per far sì che il loro territorio aumenti. Questi contatti così ravvicinati facilitano il contagio delle malattie e aumentano la mortalità. Tuttavia, l’anzianità felina è in crescente aumento, indice di un’alimentazione qualitativamente migliore, di un crescendo di vaccinazioni e di una più vigile attenzione sanitaria.

Il numero della popolazione felina anziana è in aumento. In Francia si aggira intorno agli 8,2 milioni di gatti, oltre il 30% ha un’età maggiore agli otto anni e l’11% della restante ne ha più di undici. Invecchiare è naturale ed inevitabile, e nell’animale, come del resto per l’uomo, si traduce in staticità, perdita di agilità, sonnolenza, inappetenza, deficit immunitario, una maggiore esposizione a disturbi cardiaci, etc. I gatti di età compresa tra i sei e i dieci anni sono i più obesi, mentre quelli più anziani sono tendenzialmente magri. L’obesità favorisce l’insorgere di patologie, quali il diabete e malattie della cute. Tuttavia, se un gatto è malnutrito, oltre al calo del peso, è soggetto alla perdita di massa muscolare, e ad indebolimento del sistema immunitario a causa di un apporto proteico insufficiente. L’inappetenza in un soggetto anziano, favorisce l’aumento progressivo dei problemi legati alla cavità orale, come gengiviti, ulcere o tumori, e la conseguente diminuzione delle capacità digestive. Si rende necessario, dunque, superati i dieci anni di età, un attento controllo qualitativo e quantitativo degli alimenti e un apporto adeguato d’acqua, poiché con l’età il gatto tenderà a berne quantità inferiori e sarà più sottoposto a disidratazione. Le malattie che hanno una maggiore incidenza nel gatto anziano si manifestano con insufficienza renale progressiva. Il gatto anziano va tenuto sotto stretto controllo veterinario, in modo che si eviti l’insorgere di un’eventuale malattia, intervenendo con la prescrizione di cure adeguate cui sottoporlo. E’ auspicabile che i soggetti che hanno già superato il dodicesimo anno di età, siano sottoposti a controlli semestrali; è comunque opportuno che i gatti siano sottoposti almeno a due controlli veterinari annui.

Il crattere del gatto

Carattere del gatto
Nonostante le sue doti di autonomia e indipendenza, l’educazione gli va insegnata sin dai primi mesi di vita quando il gattino già mostra eccellenti segnali di apprendimento.
E’ tuttavia possibile intervenire soltanto inculcandogli delle sequenze di atteggiamenti innati, potenziandole, e modificando a nostro piacimento i suoi comportamenti. Del resto alcuni artisti circensi con i gatti lavorano proprio in questo senso, ne identificano i comportamenti interessanti, li rinforzano e li fanno esibire per mostrare le loro capacità. Non bisogna dimenticare, comunque che a differenza di quanto si fa col cane, attirarlo con degli alimenti non sempre si rivela efficace, poiché dipende dalla volontà del gatto a fare o meno una cosa. Certamente sono più vincenti il legame affettivo verso il proprio padrone e il piacere del gioco. E’ dunque attraverso la motivazione, come sostengono alcuni studiosi di neurofisiologia, che il gatto dimostra le sue grandi doti di apprendimento.

L’educazione del gattino.
Studi recenti sul comportamento felino, hanno evidenziato che lo sviluppo psicomotorio nel gattino, come per l’uomo, avviene durante la gestazione. Alcuni ricercatori hanno affermato che la socievolezza nei confronti dell’uomo può essere una peculiarità caratteriale ereditata dal padre. Il momento più importante del processo dell’apprendimento comportamentale si attua nella fase che va dalla nascita al sesto mese di vita. Successivamente è possibile intervenire anche se influirà molto il temperamento del gatto e le qualità pedagogiche del padrone. Il comportamento del piccolo all’interno della cucciolata si può riassumere in tre punti:
  • il periodo dell’apprendimento;
  • il ruolo della madre, che influirà soprattutto nelle primissime fasi dello sviluppo;
  • la socializzazione, che inciderà moltissimo sul comportamento dell’animale adulto.

Quella che viene definita socializzazione intraspecifica, altro non è che la realizzazione dei comportamenti sociali della razza felina, da attuarsi preferibilmente intorno alla seconda settimana di vita e da completarsi verso l’ottava, e dalla cui qualità dipenderà la natura e l’affezione che si instaurerà tra l’animale e il padrone. In questa fase è necessario fornire degli stimoli al gatto arricchendo il suo ambiente, per accelerare e migliorare il suo sviluppo. Si può plasmare il suo carattere lasciando che si abitui anche alle carezze degli estranei, rivelandosi in età adulta un gatto dal buon temperamento con tutti e non troppo legato al suo padrone, o al contrario farlo accarezzare da non più di due persone, e in questo caso si affezionerà ad un unico padrone. Inoltre è indispensabile che il gatto familiarizzi sin da piccolo con i suoi simili per evitare problemi futuri. L’educazione alla pulizia e alla alimentazione, sono connaturali, anche se l’insegnamento materno è essenziale. Già intorno alla quindicesima settimana di età, il gattino è capace di pulirsi, e nella terza settimana di utilizzare la cassetta porta lettiera, e nutrirsi degli stessi alimenti della madre, mutuando da essa le preferenze alimentari. Infine è necessario abituarlo ad assumere anche l’acqua, ed alimentarlo con cibi svariati per impedire che si abitui ad un unico alimento.

A casa del padrone.
Quando si accoglie in casa un gattino, è sufficiente che gli si insegni i luoghi dove è possibile entrare e quelli vietati, e la posizione della lettiera. E’ bene che si neghi l’accesso alla camera di un neonato, almeno un mese prima che il piccolo venga al mondo.
Nonostante la sua natura solitaria, il gatto mostra delle straordinarie doti di adattamento, anche in condizioni di vita ottimali, alla socializzazione con l’uomo. La natura lo ha dotato di eccezionali mezzi comunicativi che gli permettono di percepire la presenza e di analizzare la condizione emotiva dei suoi simili o di altri animali, e decidere se è il caso di affrontarli o meno. Il rifiuto è indicato normalmente da un vocalizzo inquietante che a volte può mettere in fuga l’avversario. Per quanto concerne l’aspetto visivo, il gatto è particolarmente sensibile ai contrasti luminosi e ai movimenti, riuscendo a determinare la posizione di un topo in movimento.
Contrariamente a quanto si crede, il gatto non è in grado di vedere al buio ma necessita di una velocità sei volte inferiore a quella che è indispensabile all’uomo, il che significa che distingue maggiormente gli oggetti. Inoltre per quanto riguarda il colore riesce a distinguere soltanto il blu dal verde. I baffi sono degli indicatori preziosi, poiché gli consentono di percepire totalmente gli oggetti, per mezzo di gradienti di calore e di turbolenza, che indirizzano il naso e le pupille nella migliore angolazione. Inoltre la funzione olfattiva, grazie alla caratteristica anatomica del condotto vomero- nasale, che unisce la cavità orale a quella nasale in cui sfocia l’organo di Jacobson (che contiene le cellule olfattive che sono collegate attraverso i nervi al bulbo olfattivo), consente al gatto di individuare una sola molecola odorosa e di percepire le emozioni. Il padiglione auricolare permette al gatto di percepire le variazioni in decimi o in quarti di tono, rispettivamente delle alte e medie frequenze, e gli consente ad esempio di distinguere e rispondere al proprio nome, anche se è probabile che capti solo il timbro e l’intonazione con cui il padrone si rivolge ad esso. Altro tipo di comunicazione che il gatto trasmette, è il manifestare le proprie emozioni sia in maniera diretta, sia lasciando segnali del proprio passaggio, come depositi (orina, escrementi e secrezioni di ghiandole sudoripare), definita erroneamente “marcatura”.
Contrariamente alla credenza generale, non si tratta di marcatura ma di deposito di odori, soprattutto se si tratta di orina, infatti non intimorisce affatto l’animale che lo annuserà, ma sprona il gatto che passerà successivamente a ricoprire questo accumulo di odori. Alcune di queste sostanze, sintetizzate e rese sotto forma di spray, pare abbiano un effetto calmante. Un altro segnale del passaggio di un gatto è rappresentato dai graffi sugli alberi, divani e quant’altro. Secondo il giudizio di alcuni è visto semplicemente come stretching, per altri, con tale atto il gatto rilascerebbe delle secrezioni delle ghiandole poste sotto i cuscinetti plantari. Sembrerebbe inoltre che si rendano attive in caso di paura. Nella comunicazione diretta, il gatto usa posizioni e vocalizzi trasmettendo ai suoi avversari dei messaggi ben precisi.
Il gatto per comunicare, si serve di cinque posture fondamentali:
  • l’inarcamento della schiena, il pelo e la coda diritta esprimono un atteggiamento aggressivo;
  • il pelo normale e la coda incurvata, esprimono un atteggiamento amichevole;
  • quando il gatto è rannicchiato e con gli artigli da fuori ed emette un brontolio rabbioso, assume un tono minaccioso;
  • le baruffe tra gatti, tranne quando si tratta di combattimenti reali durante il periodo del calore, si risolvono in spettacoli uditivi;
  • lo scontro è breve, con tanto di ringhi impressionanti.

Le orecchie vengono orientate a seconda degli umori del gatto così come le vibrisse, peli più larghi di cinque o sei volte rispetto a quelli normali, disposte a gruppi su quattro o cinque file in entrambi i lati del naso; a differenza delle orecchie le vibrisse si orientano anche in base alle attività da esso svolte (caccia, punta, etc). Alcune di esse sono presenti anche al di sopra del carpo, nella parte anteriore delle zampe anteriori e sulle guance.

Strategie di comunicazione.
Il gatto può essere:
  • un predatore agile che si muove con discrezione per non essere visto
  • uno “spaccone”, che si compiace eccessivamente di se, in particolar modo nel periodo degli amori, ma pronto a cedere il passo al primo arrivato;
  • un seduttore, che coabita solo con l’uomo e non deve procacciarsi il cibo. In queste particolari circostanze, assume degli atteggiamenti specifici come, fare le fusa, il leccamento con finalità comunicativa, miagolii espressivi etc.
Il gatto organizza la sua esistenza, sonnecchiando, mangiando e giocando. L’area di riproduzione viene circoscritta provvisoriamente e se il gatto vive in libertà deve disporre di un’ampia zona di caccia. Il rispetto di questa organizzazione, gli eviterà numerosi disturbi comportamentali. In appartamento, è importante che il posto dove è collocata la cassetta con la lettiera sia distante, dal luogo destinato all’alimentazione, e che il posto dove riposa venga scelto in base alla posizione del sole, all’umore del gatto e preferibilmente vicino a una fonte di calore. L’area assegnata al gioco deve essere estesa; il gatto inoltre preferisce le posizioni alte.

Comportamento alimentare.
Il Felis libica e il Felis ornata i probabili progenitori del gatto, si pensa siano originari del deserto poco avvezzi a bere e ad accontentarsi delle magre prede che riuscivano a cacciare. L’addomesticamento e molte sue abitudini le ha ereditate dal popolo egizio. Il gatto attuale ha conservato questa sua attitudine all’acqua, infatti è un bevitore moderato che ne assume 12,6 ml., da nove a dieci volte al dì. Per quanto riguarda il cibo consuma dai quindici ai sedici pasti, in media 8 gr., nell’arco delle ventiquattro ore, della durata di quindici minuti ciascuno, indipendentemente giorno e notte (va ricordato che il suo sistema digestivo consente questo tipo di alimentazione). L’obesità è rara, solo il 12% dei gatti presenta questa condizione, contro il 20-30% dei cani, poiché consuma il cibo in funzione dei propri bisogni. E’ bene che sin da piccolo venga educato a mangiare svariati alimenti.

Comportamento eliminatorio.
La pulizia è un comportamento istintivo del gatto, appreso intorno al primo mese di vita. Prima di questo periodo, la madre dopo ogni poppata stimola la zona anogenitale per favorire la fuoriuscita dell’orina e degli escrementi. Solo dopo la quarta settimana si attiva il controllo neurologico, che consente al gatto di avvicinarsi alla cassetta contenente la lettiera, accovacciarsi (questo atteggiamento eliminatorio vale sia per maschio che la femmina), espellere e poi ricoprire accuratamente le proprie feci. Le dieizioni in posti inadatti indica un disturbo del comportamento.

Comportamento di pulizia.
Il comportamento di pulizia, ha anche una funzione calmante: il leccarsi, stimola la produzione di endorfine (ormoni che si attivano anche per allontanare la sensazione di dolore). L’atto del leccamento usato sugli altri è indice di un legame affettivo, evidente nel rapporto tra la madre e i Gattini. Nel comportamento di pulizia, che inizia nel gattino intorno alla seconda settimana di vita, il gatto è quasi autonomo e lo si nota leccarsi la zampa anteriore e portarsela alle orecchie. Un abituale riflesso autopodale caratterizzato da un movimento delle zampe, si può notare nel gatto quando si gratta volontariamente, o può essere indotto, quando si accarezza il dorso del felino.

Comportamento riproduttivo.Nei gatti il momento puberale è abbastanza precoce, intorno ai sei mesi, inoltre le gatte nate all’inizio dell’estate vanno prima in calore rispetto a quelle nate in primavera per effetto del caldo.
Nel caso si decidesse di non farli riprodurre è preferibile farli sterilizzare appena è possibile. Così facendo, si elimina al maschio la possibilità di contrarre malattie infettive da morso, e alla femmina, la sterilizzazione precoce scongiura l’insorgenza di eventuali tumori alla mammella, contrariamente a quanti sostengono che vada fatta partorire almeno una volta. Infatti, è un dato scientifico che la maternità non risponde a nessuna necessità biologica e tanto meno comportamentale. Il maschio è sessualmente maturo tra i sei e i dodici mesi, le guance crescono a dismisura e si presenta scarno durante la fase del calore delle femmine a causa delle continue lotte con i suoi simili. La prima gestazione inizia dal quinto mese, ma è consigliabile che avvenga tra gli otto e i nove mesi. Il periodo del calore, che inizia con la primavera e si protrae fino all’inizio dell’autunno, con pause brevi di otto o dieci giorni, dura all’incirca dai quattro agli otto giorni. L’ovulazione nella gatta è causata dall’accoppiamento, il che spiega la necessità di doversi accoppiare più volte perché avvenga l’atto fecondativo, di conseguenza i cuccioli possono avere padri diversi. La femmina si lascia avvicinare dal maschio solo nel momento in cui decide di accoppiarsi, prima di allora la gatta emette dei miagolii languidi e a volte anche inquietanti. Prima che inizi l’accoppiamento, il maschio che ha avuto la meglio nei combattimenti con i suoi simili, orina sul luogo dell’incontro, dopodiché inizia l’atto sessuale agevolato dal fatto che la gatta mostra volutamente la zona anogenitale per agevolare la penetrazione. L’accoppiamento è abbastanza veloce e la gatta reagisce usualmente in maniera violenta, poiché il pene del gatto è provvisto di spine che oltre a stimolarle la vagina le provoca dolore. Una gatta può avere oltre le sette monte. La gestazione dura da cinquantotto a settantuno giorni e quando avviene il parto, mangia la placenta di ciascun piccolo, che le darà sostentamento per un paio di giorni, dato il suo alto valore nutritivo. I cuccioli, da appena nati si dirigono verso le mammelle, ed ognuno di essi utilizzerà sempre la stessa. L’allattamento non preclude il calore, che si può ripresentare anche dopo quindici giorni dal parto, pertanto, dopo le tre settimane è preferibile farla sterilizzare se non si vogliono avere altre cucciolate. Le femmine sono in grado di riprodursi fino a quattordici anni, con una media di due parti all’anno con quattro o sei piccoli ognuna. Le gatte tricolori ne possono avere fino a tre all’anno.

Comportamento locomotorio.
Che il gatto sia un animale estremamente agile, lo dimostrano la sua scioltezza nell’uso delle membra sia a livello muscolare che articolare, il suo senso dell’equilibrio ed un vista eccezionale. La sua velocità può essere paragonabile a quella di un cavallo, con un passo che va dai due ai quattro tempi e con quattro differenti andature. Eccellente arrampicatore, riesce anche su pareti che non gli consentono una facile presa grazie ai preziosi artigli. Si è notato che i gatti che ne sono privi riescono comunque. La credenza popolare, secondo cui un gatto ricadrebbe sempre sui piedi non è veritiera. Oltrepassato il settimo piano, la sua velocità di caduta sarà sempre la stessa e le lesioni pneumotoraciche possono essergli anche fatali, così come nel caso cada da un metro, non avendo il tempo necessario di rigirarsi può causargli delle lesioni.
Nel XVIII secolo si credeva che gli atteggiamenti dei gatti fossero unicamente istintivi, successivamente però si è stati portati a dare un eccessivo peso alla sua intelligenza, cadendo nella confusione: benché possa essere complesso, il suo è semplicemente un apprendimento (alcuni test hanno cercato di stabilire una classificazione del grado d’intelligenza degli animal, al vertice della quale si trovano i primati, il gatto si colloca nella media superiore).

Un vero attore.
Il gatto riesce ad interpretare svariati ruoli: dai miagolii rauchi, profondi ed insistenti quando ha fame, all’annusare disgustato la lettiera sporca.Il gatto, presenza dolce e accattivante nelle case, ha sostituito il cane nel cuore degli uomini. E’ ospite ideale e gradito, dolce e rassicurante, per l’uomo di questo millennio, afflitto dalla fretta e dallo stress. 

rapporto uomo - gatto
Contrariamente ai cliché convenzionali, che lo vedono esclusivamente animale da compagnia di alcuni individui che amano la solitudine, i gatti vivono in vere e proprie famiglie numerose. Oltre il 50% dei proprietari di case monofamiliari lo posseggono, mentre la percentuale dimezza tra quanti vivono in  appartamento. La convivenza fra gatto e uomo resta ancora uno scambio di reciproci servizi, ma il suo ruolo di cacciatore di topi passa in secondo piano, sostituito dall’amore che l’uomo nutre per il felino e per gli animali in generale. Si pensi che più dell’80% dei gatti vive tra gli agricoltori nelle aree rurali, ma è accolto anche da altre categorie di lavoratori, nelle aree urbane. Nonostante i gatti frequentino ancora pochissimo gli ambulatori veterinari, l’attenzione per la sua salute in Europa e negli Stati Uniti, è in netta crescita., ed è aumentato di  conseguenza il numero dei veterinari che vogliono acquisire una competenza specifica riguardo lo studio e la cura dei Felini, creando delle apposite cliniche. L’interesse per il gatto è inoltre testimoniato dalle riviste scientifiche a lui dedicate. Il legame affettivo che lo lega all’uomo, che si credeva impossibile in passato, si evidenzia nell’attribuirgli una posizione simile a quella del cane, da sempre fedele compagno dell’uomo, e visto al primo posto  come esemplare da addomesticare compiutamente. La domesticazione  del gatto del resto, non si sa quando potrà ritenersi compiuta, poiché implica il monitoraggio della riproduzione dei randagi estremamente difficoltosa ad attuarsi.

Il gatto e i bambini.
Per via delle convinzioni preconcette, sul pericolo che correrebbero bambini ed anziani in presenza del gatto, li si è privati di conoscere e condividere la gioia che potrebbe donargli. Si è portati a credere che siano due le cause che possono giustificare il fascino che un neonato può destare in un gatto, in particolar modo quando di trova dentro la culla: la presenza del latte nei rigurgiti che in qualche maniera lo attirerebbe e, il fatto che il piccolo dorma molto e che sia sempre al calduccio. Nei primi mesi di vita del bambino, bisognerebbe evitare che il gatto entri nella stanza del bambino, e che non associ la carenza delle cure e attenzioni prestategli  con l’arrivo del neonato. Ciononostante, è essenziale che il piccolo interagisca con l’animale intorno al quinto mese di vita, sempre che il gatto acconsenta. I problemi potrebbero iniziare quando il bambino inizia a fare i primi passi e diventa particolarmente aggressivo, specialmente nei confronti dell’animale, circostanza  che si può evitare sorvegliando attentamente entrambi. E’ necessario inoltre insegnare al bambino il rispetto verso l’animale. Del resto il gatto è propenso a far entrare il bambino in contatto con l’ambiente circostante, attraverso  la stimolazione cinestesica.  Le grida dei piccoli possono però spaventare il gatto, il cui carattere indipendente lo porta a relazionarsi più o meno precocemente, compromettendone le qualità delle loro interazioni future. Questo spiega il motivo per cui il bambino in seguito, preferisce di giocare non col proprio gatto, ma con altri gatti. Il bambino a qualsiasi età,  apprende in fretta a plasmare i propri atteggiamenti quando si trova in presenza dell’animale, ne rispetta i desideri, impara ad essere paziente, ed ai  più piccoli insegna a dominare i propri gesti e a misurare i propri vocalizzi, trovando in lui un ottimo compagno che lo inserisce tra gli adulti, attraverso l’esperienza ludica.

Il gatto e l’anziano.
Più autonomo e meno ingombrante, il gatto è l’animale da compagnia ideale per le persone anziane. Nella scelta bisogna evitare gatti con il pelo lungo che dovranno essere oggetto di cure quotidiane e principalmente non aggressivi, non esuberanti e dotati di un temperamento dolce. La preoccupazione di garantire un futuro al gatto dopo la scomparsa del proprio padrone, è una questione che desta preoccupazione, ed impedisce a volte all’anziano di rinunciare alla gioia di accoglierlo in casa. L’adozione dell’animale da parte di persone amiche o parenti risolverebbe il problema, ed in molti casi si avvera pur di non far perdere al proprio caro il piacere di vivere col gatto. Tuttavia, la perdita del gatto in soggetti particolarmente sensibili o malati, può destabilizzarli,  farli cadere in depressione, per cui quanti li circondano non devono sottovalutare la cosa. La perdita di un gatto può essere vissuta come un vero e proprio lutto, che porta con se un immenso dolore.

Il gatto terapeutico, in ambiente ospedaliero.

Molti medici e psichiatri, hanno pensato di utilizzare il gatto a scopo terapeutico laddove la medicina tradizionale si rivelava inefficace, convinti inoltre che la sua presenza  riducesse i tempi di guarigione nel malato. I primi esperimenti al riguardo, sono stati descritti da uno psichiatra infantile americano, che racconta di un episodio del tutto casuale capitatogli mentre visitava un ragazzo autistico nel suo studio e in presenza del suo cane. Per tutto il tempo della visita, il ragazzo non proferì parola, se non alla fine incuriosito dal voler domandare se al loro prossimo incontro avrebbe partecipato anche il can. L’interesse suscitato nello psichiatra da quella esperienza, lo indusse a continuare ad utilizzare il proprio cane nel suo lavoro. Questo nuovo approccio terapeutico,fu apprezzato anche dalle cliniche europee. I gatti  sono ugualmente richiesti ed indicati in questa forma di assistenza terapeutica, per le persone anziane, come pure nelle unità psichiatriche. E’ opportuno che il personale medico instauri da subito un rapporto di familiarità con questi animali che si sono rivelati degli indispensabili assistenti sanitari. Altrettanto importante se non fondamentale, è il ruolo che riveste il personale, che pur notando dei miglioramenti, deve fare in modo che il paziente non si non si apra esclusivamente al solo gatto, e diventi l’unico soggetto con cui interagire. Il medico deve saper veicolare i sentimenti dell’animale affinché il malato possa guarire o quanto meno migliorare. Diversi sono gli studi che hanno rivelato, che la semplice carezza, il rivolgergli la parola o la sola presenza, hanno avuto una incidenza positiva su soggetti ipertesi e su individui che presentavano seri disturbi cardiopatici. Infine, la presenza dei gatti in ambienti ospedalieri, oltre a rendere il posto più umano ed accettabile, ha contribuito a stabilire delle interazioni tra il paziente ed il personale medico e  paramedico; gli addetti al settore, riconoscono che la presenza del gatto, facilita la diminuzione del tasso di aggressività nei pazienti e  agevola così il proprio lavoro.

Il gatto e la pedagogia.
Alcuni insegnanti hanno pensato di tentare, in un circolo didattico parigino, un singolare esperimento pedagogico nel farsi affiancare nell’insegnamento della disciplina, da un gatto. L’interesse e le premure che l’animale ha suscitato tra gli alunni è stato sconsiderato. Si è assistito ad un vero sconvolgimento, poiché tutta la classe si era in qualche modo espressa liberamente senza che l’insegnante l’incitasse a parlare, creando tra i bambini nuovi modi di interloquire e d’ascolto. Inoltre ha conferito un ruolo a ciascuno di essi , e nello stesso tempo ha  reso la classe affiatata e coesa da un progetto, I bambini che avevano difficoltà nel concentrarsi perché distratti, hanno imparato a farlo, scoprendo che anche essi erano in grado con l’impegno e con una maggiore responsabilità, ad avere degli interessi da poter realizzare pienamente. Infine, la presenza dell’animale ha permesso loro di esprimersi liberamente,  senza mai dubitare del modo in cui sarebbero stati accettati.
morfologia del gatto
In genetica il complesso dei caratteri morfologici è definito come fenotipo. Nei gatti includono la morfologia (grandezza, configurazione della testa e del corpo, taglio degli occhi, etc.), la colorazione del mantello e degli occhi, gli aspetti di natura psicologica e fisiologica relativa alla frequenza del colore, il numero dei Gattini della cucciolata.
Tutte questi tratti dipendono da proteine strutturali o enzimi. Ciascuna proteina è il risultato del lavoro delle cellule dell’organismo, favorite dall’intervento di un gene. I geni sono contenuti nel nucleo di ogni singola cellula, disposti come lunghe catene di DNA o acido deossiribonucleico che formano i cromosomi.
Nelle cellule degli organismi superiori, gatto compreso, i cromosomi ed i relativi geni sono presenti in duplice copia. I gatti presentano un totale di 38 cromosomi, dei quali 19 coppie sono uguali.
Generalizzare così però non è corretto, poiché questo numero è esatto solo per le femmine che posseggono una coppia di cromosomi X identici che fissano il sesso, mentre nei gatti maschi questa coppia non è identica ma è formata da un cromosoma X ed uno Y. Quest’ultimo determina il sesso maschile dell’embrione. Nel periodo puberale il suo organismo crea delle cellule sessuali riproduttive o gameti, uova nelle femmine e sperma nei maschi. I gameti, si differenziano da altre cellule poiché possiedono una sola copia di ciascuna coppia cromosomica, oppure una di ogni gene che il genitore possiede in duplice copia. Nell’atto fecondativo, i gameti maschili e femminili si uniscono e formano una cellula che contiene rispettivamente tutti i 38 cromosomi, 19 materni ed altrettanti paterni. Si trasmette così metà del proprio patrimonio genetico alla prole che presenterà un fenotipo risultante dall’unione di tutti i geni di entrambi i genitori.
Uno degli scopi che gli allevatori di razze perseguono per migliorare il genoma dei loro animali, è stabilire il tipo di geni in possesso di una singola razza ed operare una scelta di riproduzione tra i soggetti con i geni più peculiari. Questo procedimento è noto come selezione.
Nell’accoppiamento logico, gli allevatori incrociano individui che posseggono geni complementari, al fine di migliorare in termini estetici la razza. La disciplina che permette di realizzare questo processo è conosciuta con il nome di genetica.
In seguito si tratterà la materia in maniera molto semplificata per favorire una maggiore comprensione dell’attività svolta dagli allevatori e si vedrà come opera la genetica. Si prenderanno in considerazione i geni determinanti sia la lunghezza dl pelo che il colore del mantello, paragonando quest’ultimo come se fosse un gioco di carte.

Si introdurrà per analogia l’esempio delle regole di gioco delle carte in riferimento alla determinazione del sesso dei Gattini. Ogni cellula del corpo della gatta possiede due carte X, cioè presenta un cromosoma X, per tale motivo si deduce che ogni uovo prodotto dal suo organismo possiede una carta X delle due. Il maschio, in ciascuna cellula, contiene una sola carta X e l’altra Y, per cui si avrà produzione di sperma che presenterà o una carta X o una carta Y. Durante l’atto fecondativo, se l’uovo (X) incontrerà lo spermatozoo con segno X, il gattino allora sarà di sesso femminile (XX), contrariamente se incontrerà lo spermatozoo Y allora il sesso sarà maschile (XY). La rappresentazione del quadrato di Punnet ci consente di conoscere tutti i possibili incroci tra uovo e sperma e determinare se la metà della prole sarà dell’uno o dell’altro sesso.

Le modalità di incrocio dei caratteri ereditari, dominati o recessivi, determinano le singole caratteristiche morfologiche del nascituro (lunghezza del pelo, colore del mantello, eccetera). I caratteri ereditari si comportano come delle carte inserite in determinate serie; tali carte, mischiate tra di loro, consentono di ottenere le caratteristiche finali della prole. Ad ogni carta è attribuita una “potenza” diversa. La lettera maiuscola indica il nome della carta più potente, quella minuscola quella della carta più debole.
Citiamo l’esempio di come si determina la lunghezza del pelo: nelle serie “L” il gatto avrà il pelo corto se possiede due carte “L” o una carta “L” ed una “l”. in quest’ultimo caso la carta “L” più potente si imporrà. Pertanto il gatto avrà il pelo lungo solo se ha due carte deboli “l”.
Con lo stesso criterio si ottengono anche gli altri caratteri estetici del gatto.
Gli allevatori selezionano i genitori che ritengono essere compatibili con l’aspetto fisico ed in particolare la colorazione del mantello e la lunghezza del pelo che si vuole ottenere nei Gattini.
L’allevatore potrebbe decidere se mantenere i colori del mantello caratteristico di una particolare razza o usare queste modalità per inserire una colorazione del tutto nuova del mantello. Ad inizio anni 30, ad esempio, gli allevatori hanno presentato dei progetti miranti ad inserire nella razza Persiana la carta cs del gatto Siamese. Dopo una infinità di sforzi tesi a rimpossessarsi della morfologia tipica del Persiano, mutata completamente dal genotipo del Siamese originale apportati con la carta cs, si ottennero dei bellissimi Persiani Colourpoint.
Questo stesso procedimento viene impiegato per ottenere nuove razze da una mutazione naturale. Tale mutazione corrisponde ad una nuova carta. Nel 1981, ad esempio, è stata rinvenuta una mutazione spontanea su di un esemplare femmina che presentava le orecchie arricciate all’indietro sopra la testa. Perciò è stata inserita una nuova serie di carte denominata Cu, responsabile dell’arricciamento delle orecchie; essa include una carta cu debole responsabile delle orecchie normali ed una carta Cu potente del tipo arricciato. Per riassumere, tramite il processo di selezione e quello relativo all’accoppiamento logico, gli allevatori hanno dato vita ad una nuova razza: l’America Curl.
Alcune mutazioni non condizionate possono arrecare danno alla salute del gatto. Nel caso in cui provochino malattie genetiche ereditarie, è compito dell’allevatore accertarne l’identità dei soggetti portatori per precluderne l’accoppiamento. Il ragionamento usato vale solo per determinati geni singoli con un effetto significativo o geni maggiori (assenza di coda, orecchie ripiegate, arti brevi, etc.) ma non è valido per i tratti quantitativi (morfologia, fisiologia, psicologia). Negli standard della razza sono codificati tratti determinati da entrambi i tipi di geni, sia quelli manipolabili che non. Comunque anche nella determinazione delle caratteristiche estetiche spesso entra in gioco la selezione di tratti poligenici (le pezzature bianche irregolari del mantello).

Domande da porsi prima di acquistare un gatto

Se desiderate possedere un gatto, è bene anzitutto che conosciate a fondo l’indole di questo felino, le sue conosciate a a fondo l’indole di questo felino, le sue particolarità ed esigenze.

Prima di acquistare un gatto dovreste anzitutto porvi alcune domande: siete in grado di soddisfare tutte le sue esigenze? Siete disposti a prendere in considerazione eventuali compromessi per venire incontro ai suoi bisogni naturali, e ad accettare il lato selvatico di questo felino?
Occorre inoltre tener presente che un gatto tenuto in appartamento può vivere anche 10-20 anni: siete disposti a prendervi cura del vostro animale per un periodo di tempo così lungo?
Valutate anche quale tipologia di gatto desiderate: uno dal carattere indipendente oppure uno tutto da coccolare? Un gatto di razza oppure un meticcio? Un solo gatto oppure più esemplari? Un felino da tenere in appartamento oppure uno cui poter offrire la possibilità di girare liberamente all'aperto?
Se si desidera un cucciolo è possibile rivolgersi a una cascina, a privati, ad allevatori professionisti oppure a una pensione o un rifugio per animali. Concedetevi del tempo per visitare più volte questi luoghi prima di operare una scelta. Non esitate a chiedere informazioni sulla madre dei gattini: spesso i proprietari conoscono a fondo il carattere della gatta, che andrà poi in parte a influenzare quello dei suoi piccoli. Assicuratevi che i cuccioli abbiano avuto sufficienti contatti con l'uomo nelle loro prime otto settimane di vita. Se desiderate tenere più esemplari è bene scegliere gattini della stessa cucciolata o assicurarvi almeno che i vostri futuri amici abbiano convissuto per le prime 10-12 settimane di vita con altri cuccioli: in tal modo non avranno troppe difficoltà a integrarsi in un altro gruppo di gatti.
Importante: se prendete con voi un gatto abituato a girare liberamente all'aperto, dovreste evitare di rinchiuderlo tra le quattro mura di un appartamento. Se acquistate un gatto abituato a vivere "in compagnia" di altri felini, dovete assicurarvi che, una volta con voi, possa godere della stessa compagnia. In poche parole: se uno dei vostri due gatti dovesse venire a mancare, è bene trovare al micio rimasto solo un nuovo compagno. Viceversa, un gatto abituato a vivere in completa solitudine non dovrebbe mai essere costretto a una vita in gruppo

Nomi da dare ai gatti

nomi da gatta

Abiniz
Adrenalina
Agata
Aika
Ailin
Aira
Aisha
Al
Aleutine
Alfa
Alina
Alissa
Amber
Ambra
Amelie
Amukina
Angel
Anya
Annet
Antippe
Ariel
Artemisia
Arwen
Asia
Astra
Ayla

Baby
Baghera
Barbie
Bastet
Batuffolina
Bea
Beatrix
Bella
Bessie
Betesda
Betulla
Bianchina
Bijou
Birba
Birba
Birri
Bolla
Bonny
Brenda
Bricciola
Buffy

Caciotta
Camelia
Camilla
Camomilla
Campanellina
Candy
Cantarell
Caramella
Caramellina
Carissa
Carlotta
cassandra
Cassiopea
Catarì
Celestina
Cestina
Cettina
Chantal
Chendi
Cherie
Chiara
Chica
Chicca
Chutney
Ciclamina
Cipolla
Circe
Claretta
Clarissa
Cleo
Cleopatra
Cloe
Coca cola
Codi
Codina
Coral
Corin
Corinne
Couscous
Crystal

Dakota
Dalila
Danae
Darla
Debbie
Deborah
Deena
Delicia
Delizia
Desideria
Desy
Diana
Didi
Diva
Dolly
Dorabella
Dorine
Dream
Duchessa
Duki

Easymoon
Ele
Electra
Ely
Elizabeth
Ellen
Emily
Emily
Emy
Endorfina
Enrichetta
Envy
Estel
Evy

Fabrizia
Fajita
Fancy
Fancy
Fanny
Fanta
Fantasia
Farina
Fate
Fatina
Fatty
Fauna
Fedora
Felicia
Fendy
Fenice
Fennel
Fidia
Fiesta
Fifì
Finnicella
Fiocca
Fiona
Fiordaliso
Flo
Floppa
Flora
Flower
Formosa
Fragolina
Freya
Friday
Fu
Fucsia
Funny

Galer
Gattila
Gelsomina
Ghitta
Giada
Ginger
Giselle
Gitana
Giulietta
Giza
Grimilde
Gufetta

Hara
Harmony
Hicari
Hikaru
Havana
Holly

Ifmi
Irina
Iris
Ibridina
India

Jackie
Jalee
Jamie Dee
Jamila
Jasmin
Jennifer
Jenny
Jessica
Jiji
Jinny
Jodie
Joy
Judith
Juniper

Kairy
Kalè
Kandy
Kanna
Kelly
Ketty
Kiby
Kiki
Kimba
Kira
Kissy
Kitty
Krizia
Kuki

Lilith
Lady
Laila
Lalla
Lamù
Lattina
Lavanda
Layla
Le Ann
Lea
Leda
Ledy
Leila
Lemon
Lena
Liability
Liberty
Lila
Lilac
Lilith
Lilla
Lilli
Lilli
Lilly
Lima
Lipsy
Liquirizia
Lira
Lira
Liskia
Litchi
Litha
Liù
Lizzie
Lizzy
Lola
Lolita
Lolly
Lommy
Lovergirl
Lovey

Luce
Lucrezia
Lulù
Lumpa
Luna
Luna
Lyza

Mabel
Mad
Madame Butterfly
Maddie
Madison
Madonna
Magenta
Maggie
Magna
Magò
Mai
Maionese
Maja
Mako
Malibu
Mama
Mamba
Mandarina
Mandorla
Mandy
Manhattan
Manon Lescaut
Manopola
Marble
Marble
Margarina
Margot
Maria Antonietta
Mariachi
Marigold
Marilyn
Marmalade
Marmellata
Marquee
Mascherina
Mascot
Mata Hari
Matilda
Matilde
Mattie
Maui
Maverick
Max
May
Maya
Maya
Mazel
Meadow
Meatloaf
Medea
Medusa
Megahertz
Megan
Meggy
Mela
Melange
Melanie
Melisenda
Melissa
Melody
Melon Head
Melusina
Melvi
Memole
Menage
Menkaura
Menta
Mercedes
Mesquite
Mia
Miata
Micelli
Michelle
Micia
Micia
Midas
Midget
Midnight
MidnightStar
Mignon
Mikika
Miledy Minni
Milly
Mimi
Mimì
Mimosa
Mina
Mina
Minerva
Mini
Minnie
Minnitù
Minou
Minù
Miranda
Mirta
Mirtilla
Mishka
Miss
Miss
Missie
Missing
Missy
Misty
Mitzy
Miu
Mo Jo
MobyDick
Mohave
Mohawk
Moira
Moka
Mole
Molly
Mon Ami
Mon Cher
Monday
Monna Lisa
Moody
Moon
Moondance
Moonrise
Moonrise
Moonshine
Moose
Moppy
Mopsy
Morgana
Morticia
Mostarda
Muffin
Mugsy
Mumbles
Musa
Muse
Musino
Mysha
Mystic
Myth

Nadine
Naima
Nanà
Nancy
Napa
Nappy
Nashua
Nasser
Natalie
Nectarina
Nefertiti
Nemusa
Nena
Nerina
Nespola
Neve
Neve
Nikita
Nina
Ninfa
Nippi
Noemi
Noisette
Noisette
Nova
Novella
Nuka
Nuku
Nuru
Nuvola

Oden
Olivella
Omega
Otis
OPadmè
Pallina
Palmira
Paloma
Pam
Pamina
Pampuria
Pangrazia
Panna
Pantufla
Paola
Paprika
Patata
Patatina
Patatona
Patch
Patty
Pazzy
Peggy
Peki
Peline
Pelosa
Penelope
Penny
Peonia
Pepa
Pepita
Perla
Pervinca
Petunia
Phoebe
Phoebe
Piccola Flo
Pie
Pierina
Pigghy
Pigy
Pil Kate
Pilar
Pilly
Pimpa
Piper
Piperita
Pippi
Pirola
Pisola
Piuma
Piumina
Pizza
Pocaontas
Poison
Pollon
Polly
Posi
Pretty
Principessa
Priscilla
Prue
Psiche
Pucci
Puccy
Puffetta
Pupa
Pussicat
Pussy
Pyskley
Quechua
Raissa
Rebecca
Regina
Rita
Romina
Rose
Roxane
Rubrika
Ruffi
Sambuca
Saskia
Sassy
Savannah
Scarlet
Scarpetta
Schery'
Scrella
Shamanta
Shaula
Shaya Soraya
Sheba
Sheela
Sherezade
Sibilla
Shine
Silvia
Siria
Sissi
Sofia
Sonica
Sophie
Sorcetta
Stella
Stellina
Sterlizia
Sunshine
Surana
Susi
Sutica
Tabatha
Tabby
Tabita
Tama
Tati
Tayla
Telma
Tequila
Terry
Tess
Tiffany
Tigridia
Tigrotta
Tijuana
Toffee
Tosca
Trilly
Tris
Trudy
Tuffy
Tula
Turandot
Ulla
Uma
Urumi
Vaniglia
Valentina
Violet
Virgola
Wendy
Xena
Xira
Xora
Yakutake
Yaya
Yola
Yuffie
Yuki
Yuma
Yumy
Zazà
Zebrina
Zelda
Zoe
Zucchina


nomi da gatto

Abdul
Abel
Abu
Adam
Adidas
Aiace
Aki
Akira
Aladin
Alan
Alfio
Alì
Alien
Alvin
Ambrogio
Amik
Amir
Amore
Anacleto
Anakin skywalker
Andy
Apollo
Aragorn
Arancino
Archie
Ardizzone
Arkady
Arno
Artù
Arwen
Ashimoto
Asso
Astarot
Attila
Auricchio
Azorek
Azzurro

Babur
Bach
Baffo
Balthazar
Bamby
Bandito
Banjo
Barabba
Barone
Bartock
Batuffolo
Bello
Bergamotto
Betto
Biagio
Bibi
Big Jim
Bilbo
Billi
Bipbip
Birba
Birillo
Birry
Biscotto
Bìubu
Bizet
Boromir
Botolo
Boss
Bricciola
Briciolino
Brighella
Bubi
Burek
Byron

Caccia
Cadfael
Cagliostro
Calaf
Caligola
Campanellino
Capo
Carotino
Cesare
Cesarino
Champion
Charlot
Charly
Checco
CheGuevara
Chiattone the Cat
Chicco
Cholo
Chopin
Chris
Ciccio
Ciclamino
Ciociosan
Cioè
Ciottolino
Cipolla
Claude
Clementino
Cocò
Coffee
Coral
Cornelio
Costantino
Crisostomo
Cucciolo

Dagon
Dai
Dalì
Dandy
Dario
Darth vader
Deep
Demi
Deo
Derby
Desertmoon
Diddle
Dodo
Dragon
Duca
Dude
Dudi
Duecalzini
DunDun
Dusty

Emrys
Energy
Erik
Ernesto
Ermanno
Etien
Ettore
Evonymus
Efram
Ekylias
Enfasy
Enzo
Emo

Face
Fag
Fagiolino
Falcon
Fancy
Fandango
Fantasmino
Faron
Fashion
Fatal
Fate
Fats
Faust
Faux
Fedora
Fedro
Feet
Felix
Fender
Fender
Ferdinand
Ferreo
Fiby
Fidia
Fido
Fiesta
Fifì
Figaro
Fiji
File
Filippo
Filo
Fink
Finn
Fiocco
Fiocco di neve
Fiorino
Fire
Fishbone
Fizz
FlagFluke
Flander
Flander
Flannel
Flapper
Flash
Fletch
Fleur
Flicker
Fling
Flip
Flipper
Flirt
Floyd
Fluffy
Fluke
Fluppy
Flurry
Flush
Fog
Folletto
Fondue
Fonzi
Football
Fortuna
Forward
Foxy
Fragolino
Frak
Franceschiello
Frankenstein
Frankie
Frazier
Freccia
Freckle
Freddi
Frederick
Freebie
Frendy
Freeway
Freud
Friday
Frigo
Frik
Frisbee
Frisco
Frisky
Frittellata
Fritz
Frodo
Froggy
Frosty
Fu Man Chu
Fu MinChu
Fudd
Fuffi
Fully
Fulmine
Fun Fungus
Funky
Fuoco
Fur
Furball
Furface
Furia
Furioso
Furry
Fuzzie

Gabriel
Gamon
Gasper
Gastone
Gedeone
Geims Bond
Gelsomino
Geppo
Geremia
Gerry
Ghia
Ghost
Gianni
Gigio
Gino
Gippo
Gizmo
Goro
Gully
Guru

Hachi
Hale Bop
Hero
Heros
Holy
Honey
Hume
Hunter
Hume

Iago
Ice
Ics
Ifrid
Imram
Inch
Iperico
Isidoro
Iasia
Isterix

Jack
Jade
Jag
Jazz
Jeeg
Jerry
Jess
Jiji
Jolly
Joy
Joice
Junior

Kevin
Khalif
Kiko
Kimba
King
Kirk
Koa
Korokoro
Kronos
Kuma

Leo
Leon
Levi
Lex
Lillo
Lince
Lion
Long Cat
Lord
Lucifero
Luis
Luke skywalker
Lupin
Luppolo

Mabel
Mac Macbeth
Macbet
Macchia
Machete
Machiavelli
Macho
Machupicchu
Macintosh
Macmillan
Madison
Mad-Max
Maduro
Mael
Maestro
Mafioso
Magellano
Magenta
Magic
Magna
Magnum
Majestic
Major
Mako
Malacchia
Malachia
Malcolm
Malibu
Mambo
Manchu
Mandarino
Mandarino
Mango
Manhattan
MaoTseTung
Marameo
Maraschino
Mardocheo
Mario
Marlboro
Marley
Marmaduke
Marocco
Marquee
Martian
Martini
Marx
Marziano
Mascot
Master
Matador
Matisse
Matiz
Mattie
Maui
Maverick
Max
Maynard
McKenzie
Meadow
Meatloaf
Megahertz
Melange
Melon Head
Melvi
Menage
Mercury
Merlino
Mesquite
Metro
Michelangelo
Michu
Micio
Mickey
Midget
Midnight
MidnightStar
Miele
Mignon
Mike
Miles-
Milo
Ming
Mink
Mirò
Mirtillo
Misery
Misha
Missing
MisterMiao
Misty
Mithril
Miu
Mix
Mizar
Mo
Mo_Jo
MobyDick
Mogul
Mohave
Mohawk
Mohican
Moka
Mole
Momo
Mon Ami
Monday
Monet
Monk
Monkey
Montego
Monty
Moody
Moondance
Moonraker
Moonshine
Moose
Mopsy
Mordicchio
Morfeo
Mork
Morris
Mortimer
Mosè
Moses
Mostarda
Mouse
Moustache
Mouton
Movado
Mozart
Mozzichetto
Mudd
Muddles
Mudpie
Mughetto
Mugsy
Mumbles
Muncher
Murdock
Murphy
Musino
Mustang
Mutant
Muto
Mutt
Mystic
Myth

Nabucco
Nabuccodonosor
Napoleone
Narciso
Nathan
Nefer
Neko
Nelson
Nemo
Neon
Nereo
Nerino
Nerone
Nespolo
Nestore
Nettuno
Neve
Nevischio
Newton
Nice
Nico
Niger
Nightmare
Nikanor
Niko
Nilo Azzurro
Nimrod
Ninja
Nippy
Nivek
Noah
Nocciola
Noè
Noel
Norberto
Norby
Novecento
Nutella
Nuvolino
Nuvolone
Nylon

Oberon
Obi wan kenoby
Ofiuco
Okie
Oliver
Omar
Orazio
Orfeo
Oscar
Otto
Oz
Ozzy

Paciuk
Paco
Pafo
Pain
Pallino
Palmiro
Panty
Paquito
Paride
Parsifal
Peach
Pelo
Peo
Pepe
Peperoncino
Pericle
Perseo
Picasso
Pilù
Pimpi
Pippo
Pistacchio
Pit
Pitagora
Piumino
Piwi
Pixel
Pizzico
Poipoi
Poldo
Poli
Pollicino
Pomodoro
Ponpon
Ponzio
Pothos
Potifar
Prezzemolo
Prince
Principe
Principe
Puc
Puffo
Puma
Pungitopo
Punto
Puppy

Quark
Queen

Rabirio
Raffaele
Raffy
Rahja
Ramses
Raoul
Raphael
Ray
Red
Rei
Remì
Renoir
Ribes
Ricky
Ricky
Rigel
Rik
Ringo
Rio
Robbie
Roky
Romeo
Ronfo
Ronnie
Ronny
Rory
Rossone
Roxy
Ruben
Rubry
Rufus

Safir
Sansone
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Saul
Sbulli
Scarpia
Schumi
Sciroppo
Sciù Sciù
Scooby
Seba
Sebastiano
Sekhmet
Senegal
Seth
Shahtoosh
Shawn
Shion
Sibelius
Sid
Silver
Silvestro
Simba
Sinfony
Sirius
Smigol
Sonny
Sorbetto
Sorbino
Sorriso
Sortilegio
Sorty
Spidi
Spike
Spinacino
Spruzzetto
Stenie
Stregatto
Sugar
Sun
Sunshine
Svicolone

Tabby
Taiko
Tappo
Tartufo
Tarzan
Tenerone
Thun
Tigre
Tigro
Tino
TinTin
Tipsy
Tittiolo
Tobia
Toby
Tom
Tombolino
Tommy
Topazio
Topino
Tortie
Totto
Trixy
Tunin
Tupak
Tuya
Tybalt

Uffa
Ulisse
Ulai
Ultimo
Uncino
Uriel
Uzzone

Valdemar
Valin
Velan
Vegeta
Venceslao
Verry
Virgola
Vitani
Vlad
Vulcan

Willy
Woody

Xil
Yaro
Yoda
Yomo
Yoyo
Yumy
Yuki

Zaccaria
Zago
Zak
Zampa
Zeus
Zico
Zorro Zeus
Zucchero

Alimentazione

 La dieta del gatto 


Il gatto è un fedele amico dell'uomo da centinaia di anni. Nonostante questo conserva i fabbisogni alimentari e il sistema digerente tipici dei predatori. Per questo i gatti sono soliti consumare molti brevi pasti al giorno, appartati e con intervalli di tempo non precisamente regolari. La corretta alimentazione del gatto deve quindi tener conto di specifiche nozioni, molto diverse da quelle relative ad altri animali domestici.

Importante è
abituare il nostro micio ad una alimentazione sana ed equilibrata fin da cucciolo. Durante lo svezzamento quindi, che inizia all'incirca dopo 50 giorni dalla nascita, è possibile nutrire i cuccioli con latte commerciale per gattini e cibo umido o secco specifico, oppure con alimenti omogeneizzati. Lo svezzamento si completa attorno alle 6-8 settimane, ma è comunque consigliabile continuare la somministrazione di cibo per gattini fino a 9 mesi di età.

Il gatto è un carnivoro che in natura si nutrirebbe di roditori o di altre piccole prede, ma non disdegna cereali, frutta e verdura.
Ideale quindi una dieta ricca di proteine e grassi e povera di zuccheri e fibra. Le fonti proteiche migliori sono costituite soprattutto dalla carne, dalle uova e dai formaggi (ovviamente se ben tollerati), dal pesce e dal latte (ma in alcuni casi può provocargli dei problemi).

Per quanto riguarda
i cibi commerciali, certamente bilanciati e molto graditi dall'animale, è utile attenersi sempre alle dosi consigliate. Esistono in commercio due tipi di cibo: quello umido (scatolette) e quello secco (croccantini). In generale, un gatto adulto consuma circa 400 grammi giornalieri di mangime umido o 100 grammi di mangime secco.
La quantità esatta è comunque quella utile a mantenere l'animale in condizioni fisiche ottimali.

Importante è
abituare l'animale ad assumere sia cibi casalinghi che industriali, ma la cosa non è facile in quanto spesso i gatti hanno il vizio di nutrirsi con un solo tipo di cibo in scatola o un solo tipo di carne o di pesce. Questa "dipendenza" rappresenta quindi un errore dietetico gravissimo da parte del proprietario
.

Per quanto riguarda i liquidi in genere
il gatto ha bisogno di quantità minime di acqua per sopravvivere. L'acqua comunque è un componente essenziale nell'alimentazione di questo animale e non dovrebbe mai mancare vicino alla ciotola del cibo. Questa andrà posizionata in un angolo tranquillo lontano dalla lettiera.

classificazione sistematica del gatto domestico

- Classe Mammiferi
- Ordine Carnivori
- Famiglia Felidi
- Sottofamiglia: Felini
- Genere Felis
- Specie catus
- Gatto domestico